SponzArti – Selvaggio tu o io?

Progetto di arte partecipativa ideato da Mariangela Capossela e promosso in collaborazione con i progetti Sprar dell’Alta Irpinia, l’Associazione Irpinia 2000 Onlus, gli ospiti dei Centri di accoglienza di Conza della Campania, Sant’Angelo dei Lombardi, Bisaccia e Sant’Andrea di Conza, Tommaso Evangelista, Sabrina Pecci in occasione dello Sponzfest 2018.

Sponzarti, mettiti a bagno, è una sezione di arti visive dello Sponzfest che permette di coinvolgere l’altro attraverso l’arte. L’edizione del 2018, Selvaggio, io o tu?, si propone di indagare le dinamiche del selvaggio, della crudeltà, dell’indifferenza e della salvezza nella relazione con l’altro. L’altro riflette quello che non si vuole vedere o tutte le responsabilità che non si vogliono prendere. I conflitti aumentano quando l’altro coincide con lo straniero e non si riesce a trovare una legge adatta per regolare la convivenza, generando così il caos. Per creare ordine bisogna scindere le due realtà: la legge e l’umanità, il cittadino e l’umano. Obiettivo dello Sponzarti è ricucire lo strappo e ridurre le distanze tra il cittadino e l’umano.

Per creare incontri tra chi arriva e chi è partito, i beneficiari del progetto SPRAR di Bisaccia, insieme all’associazione Sponziamoci, hanno visionato diversi progetti artistici ed hanno scelto di realizzare l’opera Damiera, AnimoDomina, di Livia Paola Di Chiara, che prevede la realizzazione di una scacchiera su un terreno agricolo di dimensioni 600 metri quadrati circa.

La damiera pone l’attenzione sulla questione del rapporto con lo straniero e, evocando lo scontro tra le squadre, fa riflettere sul nostro essere selvaggi a tal punto di divorare l’altro, pur di riaffermare il dominio sul territorio che consideriamo di proprietà. La caratteristica del progetto sta, però, nel fatto che le pedine, rappresentate dalle rotoballe di paglia, sono uguali e rendono impossibile il riconoscimento della propria squadra, annientando la domanda Selvaggio, io o tu? e riportando tutto alla dimensione collettiva del Noi.

L’opera, inclusa la preparazione materiale del campo da parte di 8 beneficiari con il supporto di 6 persone del posto che, è stata così realizzata:

– 1° giorno: squadratura ed inizio lavori con picchettatura e posizionamento delle lenze.

– 2° giorno: posizionamento di un quadrato realizzato dall’artista in legno per pulire le aree della scacchiera che avranno il colore nero.

– 3° giorno: sistemazione di rotoballe di paglia che hanno costituito le pedine della dama. L’ultimo giorno, prima del posizionamento delle rotoballe, i partecipanti hanno simulato il gioco della dama dando così vita all’opera realizzata e al suo significato: due mondi che si trovano su un campo e che per, una serie di agenti, non possono più restare divisi ma si confondono nella società tanto da coabitarla e vanificare le differenze culturali, di religione, razza che inizialmente portava loro ad essere divisi. 

L’obiettivo del gioco è la realizzazione di una società multietnica e condivisa all’interno della quale le scelte vengono prese in maniera democratica e in contrapposizione al significato del dominio della dama tradizionale, annientando la domanda Selvaggio, io o tu? e riportando tutto sulla dimensione collettiva. I beneficiari del progetto si sono posizionati ad un lato della scacchiera mentre dall’altra parte c’erano i residenti della comunità ospitante. A guidare il gioco due voci fuori campo munite di megafono, una per la squadra dell’Io e l’altra per la squadra del Tu. I beneficiari hanno deciso di confermare una regola prevista dal regolamento del Mancala, una variante della dama di origini africane, e a muover il primo passo è stata la squadra all’interno della quale era presente il giocatore più anziano, per rispetto e riconoscenza della saggezza di quest’ultimo.

Ogni giocatore ha incluso nella propria società di appartenenza il giocatore avversario che si trovava in avanti, sulla casella diagonale accanto alla propria e che avesse la casella successiva libera, dando vita al Noi. Secondo il regolamento redatto, il gioco termina quando ogni giocatore singolo è stato incluso in una società Noi. Vince chi ha creato una società multietnica più numerosa e inclusiva tra i Noi presenti.

Sono stati svolti una simulazione e due giocate anche con i passanti che, incuriositi, si sono fermati lungo la strada e scendendo dalla macchina, hanno raggiunto la scacchiera.

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