LABORATORIO FOOD&WORDS

Il laboratorio “FOODS & WORDS”, Cibo e Parole, è stato proposto quale percorso enogastronomico all’interno della tradizione culinaria sia dei paesi afro-balcanici da cui provengono i beneficiari ospiti del Centro SPRAR MSNA di Sant’Andrea di Conzaa, sia di quella ospitante – l’Alta Irpinia – per vivere insieme, attraverso l’elaborazione di piatti scelti, entrambe le culture. Il cibo e le tradizioni si tramandano attraverso sapori e profumi come elemento di aggregazione e scambio tra i popoli: un concetto importante che in questa epoca di disordini può essere una fiammella di speranza, di avvicinamento delle culture tramite la convivialità e l’atto naturale di nutrirsi. Alcuni beneficiari, insieme all’ideatore del laboratorio, agli operatori ed alla costante presenza dei cuochi di turno, si sono impegnati, all’interno della struttura, nella preparazione di piatti, studiando non solo le combinazioni di sapori, ma anche brevi nozioni storiche. In tal senso, il laboratorio non è stato solo occasione per sperimentarsi ai fornelli, ma anche per confrontarsi e conoscersi attraverso la cucina, innescando uno scambio di “saperi” e di “sapori” culturali e andando alla ricerca delle proprie radici attraverso cibi e pietanze tradizionali. Il percorso laboratoriale si è articolato in otto incontri. La preparazione dei piatti ha interessato in particolare: riso; cous cous; caprese; pasta con i funghi; tiramisù; cavatelli con la mollica fritta; panzerotti e pizza.  In tavola, quindi, non solo la fantasia, ma anche la possibilità di conoscere, provare e combinare gusti nuovi. Le pietanze cucinate durante le attività laboratoriali sono state, poi, riproposte in occasione dell’evento finale del laboratorio. Ecco, quindi, che la cucina è diventata un luogo ideale, in cui si sono raccolte certo le ricette della tradizione, ma anche tutto quello che, come i modi di dire, i proverbi, le parole dialettali, le immagini, hanno aiutato a descrivere e condividere le sensazioni, i suoni, i sapori, gli aromi delle pietanze proposte. Attraverso la cucina è passata la storia, la cultura e le tradizioni dei popoli: il tramandarsi le ricette, il ripetere i riti, il condividere i segreti dell’arte culinaria sono alla base dell’identità di intere nazioni e rappresentano il carattere dominante della condizione socioculturale di un popolo. Tra i piatti etnici caratteristici non poteva mancare il cous cous. Tutti i riti e le cerimonie legate alla preparazione e al consumo del cous cous hanno origine dalle credenze religiose e da valenze sociali espresse attraverso rituali antichi che accomunano gli uomini nel consumo del piatto. Il cous cous è anche un piatto di festa, in quanto considerato portatore di baraka, una forza benefica di origine divina. In molti Paesi islamici, il cous cous accompagna tutti i momenti più importanti della vita dell’uomo. Esso infatti viene servito e consumato ritualmente in occasione delle cerimonie per la nascita di un figlio, per l’unione in matrimonio e nei banchetti offerti, nella tradizione musulmana, durante i funerali di un congiunto. Inoltre, è anche il piatto tradizionale del pranzo del venerdì, il giorno della preghiera collettiva musulmana e delle occasioni speciali, come la festa del ritorno dei pellegrini dalla Mecca, associandolo all’idea di abbondanza, fertilità e fedeltà. Per le comunità ebraiche originarie del Maghreb, invece, il cous cous è il piatto per eccellenza del venerdì sera, il primo pasto dello shabbat, il riposo settimanale, atteso nelle case e nelle famiglie “con la stessa gioia con cui si riceve una sposa”, come recitava un antico proverbio.

27 Settembre 2018 Comune di Sant'Andrea di Conza