Integrazione: “I diritti dei deboli non diventino deboli”
Sala gremita con esperti al convegno organizzato dall’Acli. Confrontarsi sull’integrazione dei migranti in Irpinia per dare loro dignità e speranza di una vita migliore; questo l’obiettivo ultimo del convegno “Comunità e associazioni: confronto sulle politiche dell’accoglienza”, che si è tenuto ieri sera nella gremita Sala multimediale dell’Episcopio di Sant’Angelo dei Lombardi, organizzato dal Circolo ACLI Millennium. Un incontro monitorato dal Presidente provinciale ACLI Mimmo Sarno e a cui hanno preso parte il Sindaco di Sant’Angelo dei L. Rosanna Repole, che ha dato il benvenuto a tutti i presenti, Angelo Gallo, presidente Circolo ACLI Millennium, Antonella Antoniello Coordinatrice Centro SPRAR Sant’Angelo dei Lombardi, Vito Farese, Presidente Consozio Servizi sociali Alta Irpinia, Rosetta D’Amelio, Presidente del Consiglio regionale Campania e il Presidente nazionale ACLI Gianni Bottalico. Presenti anche tanti migranti ospiti del Centro SPRAR di Sant’Angelo dei L.
Dunque, tanti gli esperti seduti al tavolo del convegno e che hanno contribuito con idee ed iniziative che già si fanno o si ha intenzione di mettere in atto per permettere a chi arriva in Irpinia di trovare una seconda famiglia. Perché il vero problema è la solitudine. “Chi arriva nel nostro Paese è solo”, come ha spiegato Angela Pastena, volontaria SPRAR, “Per loro è fondamentale potersi sentire parte di una famiglia”. Bisogna permettere a queste persone di integrarsi nelle nostre comunità, aiutandoli a superare gli ostacoli linguistici prima di tutto e di cultura. Tutti portano con sé storie drammatiche di disperazione, fuga dalla guerra e dalla miseria. Dunque venire qui e sentirsi protetti ed accettati significa per loro rinascere a vita nuova, anche se lontani migliaia di chilometri dalla propria terra di origine. L’unico modo per permettere l’integrazione è organizzare per loro, così come fa lo SPRAR di Sant’Angelo dei L., laboratori linguistici, sportivi, artistici, ma anche di supporto psicologico per farli sentire utili e capaci di fare qualcosa per la comunità che li accoglie. Da qui, il passo immediatamente successivo è quello di offrire loro un lavoro. Poiché lo SPRAR non può darlo a tutti, si cerca di utilizzare altri mezzi di integrazione economica, come i tirocini che di solito durano qualche mese. Il tutto, però deve essere accompagnato da un elemento fondamentale: “Bisogna cercare di sensibilizzare la popolazione che vive a contatto con queste persone, perché il cambiamento parte da qui”, ha spiegato Antonella Antoniello, Coordinatrice SPRAR. Uno dei problemi principali, infatti, è proprio l’idea che serpeggia nei nostri paesi, che “i migranti ci tolgono il lavoro”, ha affermato Vito Farese, Presidente del Piano di Zona. Un’idea sbagliata che non ci fa vedere in realtà che queste persone sono per noi delle risorse, sia contro lo spopolamento dei paesi irpini, sia per aiutarci in quei lavori che non facciamo più. Stesso concetto ribadito anche da Rosetta D’Amelio. “Se accogliamo le famiglie con i propri bambini, molte scuole chiuse per mancanza di nascite, potrebbero riaprire, dando così lavoro anche ai nostri insegnanti”, ha affermato il presidente del Consiglio regionale, continuando, “possono essere anche una risorsa per non morire”. “La mentalità delle persone è un ostacolo, che bisogna superare. La politica vera di sensibilizzazione è quella che fa comunicazione”, ha affermato Gianni Bottalico, Presidente nazionale ACLI. “Il ruolo delle ACLI è comunicare e far comprendere che è importante conoscere le situazioni e parlare del tema delle emigrazioni; perché questo è un problema reale che tocca tutti”, ha continuato Bottalico, “E noi abbiamo il dovere di dare dignità a queste persone che decidono di rimanere”. Un messaggio forte di solidarietà e dovere etico, come sottolineato anche da Papa Francesco nella sua enciclica, che è stato chiosato da Bottalico con le giuste parole “I diritti dei deboli non diventino deboli”.
by Imma Finelli